Obiettivo del Demiurgo è che, per quanto possibile, tutte le cose fossero buone. Ed essendo l’ordine migliore del disordine, ha operato la creazione portando ordine nelle cose (T 30 A)
Lo so, vi avevo promesso i cinque elementi, ma procedendo di pari passo tra Samkhya e Timeo devo prima parlare di come il Demiurgo platonico ha creato il mondo a sua immagine. Lo ha fatto a partire da alcuni pre-requisiti degni di essere notati: ha preso ciò che è ‘visibile‘ e in movimento confuso e disordinato e lo ha portato all’ordine. Il richiamo immediato è ovviamente a Prakriti, la prima manifestazione ancora indifferenziata, eppur già Materia, un caos indistinto di potenzialità ancora prive di forma. Per Platone, poi, l’ordine è ‘migliore’ del disordine, motivo per cui il Demiurgo cerca di riportare la materia allo stato di quiete, il migliore dei mondi possibili come direbbe Leibnitz. Il mondo creato dal Demiurgo è un mondo che contiene in sé tutti i possibili esseri viventi, intellegibili cioè dotati di una propria anima, e che costituiscono parti del tutto creato sull’esemplare perfetto, quindi di per sé buoni.
Anima Mundi
E’ ancora solo un Idea di mondo, l’Anima del Mondo che contiene al suo interno tutte le infinite possibilità di vita. E’ un mondo corporeo, generato e tangibile, eppure ancora allo stato etereo e rarefatto. E’ un ‘cielo generato unigenito, e così’ sarà anche in futuro’. Il richiamo all’unigenito Figlio di Dio biblico viene spontaneo, in quanto immagine terrena di un’ideale di perfezione divina che sottende all’intero Creato. Ovviamente, essendo l’immagine della migliore delle cose possibili, l’Anima del Mondo non può che essere una cosa buona. Una sua caratteristica precipua è quella di essere dotata di intelligenza; per Platone le cose prive di anima non sono intelligenti e non sono buone.
Il filosofo greco sottolinea come non può esistere intelligenza senza un’anima che la contenga. L’anima, a sua volta, è contenuta nel corpo. Questo è il principio utilizzato dal Demiurgo per costruire l’universo, l’opera che doveva essere la più bella e la più buona possibile (T 30 A)
Ricapitoliamo: l’intelligenza e’ all’interno dell’anima, e questa a sua volta all’interno del corpo…niente di diverso da quanto abbiamo già visto accadere nel Samkhya, dove i Guna plasmavano l’Immanifesto – Prakriti per prima cosa in forma di mente discriminante – Buddhi, quella che noi chiamiamo intelligenza, da cui a sua volta discendono le altre tre funzioni mentali e da esse la realtà sensibile, gli elementi – corpo. Vi è quindi un profondo parallelismo tra i passaggi della creazione del mondo secondo i sistemi naturali alla base delle filosofie naturali orientale e occidentale. Per Platone, peraltro, il mondo stesso è un essere vivente, essendo dotato sia di anima che di intelligenza. E’ proprio questa unione dell’intelletto e anima che costituisce l’Anima Mundi: per tramite di essa, la funzione discriminante della mente diventa in grado di cogliere ciò che è eterno, immobile, perfetto, ciò che l’ha generata ‘ad opera della provvidenza di Dio‘.
Creazione e termodinamica
Potremmo leggere senza troppa difficoltà l’enunciato di Platone sulla creazione del mondo anche alla luce dei tre principi della termodinamica. Egli, infatti, parla di una sostanza di partenza visibile e ‘non in quiete’, ma in moto disordinato e confuso, e del fatto che il Demiurgo la riporta all’ordine in quanto stato ‘migliore’.
La sostanza è visibile, quindi se ne deve dedurre che ha una massa e occupa un volume, quindi alla luce della scienza moderna è già materia, per quanto informe. Questa materia di base si muove, quindi possiede una certa energia cinetica, cioè l’energia legata alla velocità di movimento delle particelle e alla loro massa.

L’obiettivo del Demiurgo è riportarla all’ordine, ovvero allo stato di quiete priva di movimento. In tale stato le particelle sono ferme, quindi la velocità è nulla e così pure la loro energia cinetica. E’ invece diventata massima l’energia potenziale della materia prima, un tipo di energia che dipende unicamente dalla posizione del corpo nello spazio e dà un’idea della ‘potenzialità’ insita nel corpo stesso di evolvere e trasformarsi in seguito di un impulso esterno.
Mi spiego meglio: di sicuro avete presente i cartoni animati di Will Coyote. Fermo immagine 1 nell’attimo in il poveretto ha appena finito di fare una fatica micidiale per trasportare il masso in cima alla montagna e lo ha posizionato ben benino: in questo momento il masso è fermo, in quiete, ed ha la massima potenzialità di centrare Beep Beep non appena Will Coyote lo vedrà passare di sotto. La sua energia potenziale è massima, mentre l’energia cinetica è nulla. Fermo immagine 2: Will Coyote ha spinto il masso e questo rotola giù dalla montagna acquistando sempre più velocità. Quando arriva in fondo (e ahimè manca Beep Beep, ovviamente sarete anche voi dalla parte di Will Coyote come me…), il masso ha trasformato tutta la sua energia potenziale in energia cinetica. Lo so che l’esempio è stupidello, ma dovendo spiegare queste cose ai ragazzi in prima superiore, vi assicuro che solo in questo modo ci può essere la vaga speranza che capiscano di cosa stiamo parlando…
Tornando alle cose serie…il povero Will Coyote ha fatto un lavoraccio della miseria per portare il masso in cima alla montagna. Lo stato del masso è cambiato, prima si trovava in basso ed ora è in cima; ha cambiato posizione, quindi è cambiata la sua energia interna U, che è una funzione di stato e quindi dipende solo dalla posizione iniziale e finale. Durante lo spostamento si sarà certamente dissipata una certa quantità di calore Q a seguito dell’attrito del masso sul terreno, e il masso stesso ha ricevuto dall’esterno una certa quantità di lavoro L ad opera di Will. Al contrario dell’energia interna U, calore e lavoro non sono funzioni di stato e quindi dipendo dal tipo di trasformazione e dal percorso da essa seguito. Il masso ha quindi cambiato il suo stato energetico (sia il calore che il lavoro sono forme che può assumere l’energia). E’ quindi cambiata l’energia interna U del masso. Tali trasformazioni energetiche sono racchiuse nel primo principio della termodinamica:
Legge di conservazione dell’energia – L’energia non può essere né creata né distrutta, ma può solo trasformarsi da una forma all’altra (enunciato di Clausius, 1865)

Sempre alla luce del primo principio, l’energia interna U altro non è che la somma di energia cinetica e potenziale. Immaginiamo di seguire il rotolamento del masso giù dalla montagna scattando ad ogni istante una foto: ad ogni diversa posizione corrisponderà una diversa combinazione di valori per l’energia cinetica e quella potenziale del masso, in quanto mano mano che rotola più veloce scendendo la seconda va diminuendo fino ad annullarsi, mentre la prima aumenta fino a raggiungere il suo valore massimo al termine della discesa (supposta lineare). L’energia cinetica, a sua volta, può essere scomposta nelle sue diverse componenti, a seconda del tipo di moto che ha la particella-masso: traslazionale (movimento rettilineo), rotazionale (movimento circolare), vibrazionale (movimento oscillante, come quello di un trampolino). Abbiamo quindi che:

C’è poi il fatto che la creazione procede dal disordine all’ordine. Qui la scienza moderna vede le cose un po’ all’opposto rispetto sia al Timeo platonico che al Samkhya. Il secondo principio della termodinamica, infatti, ci dice che un sistema tende ad evolvere verso la situazione di maggiore probabilità, ovvero per un sistema aperto come l’universo verso quella di maggior disordine. Il grado di disordine di un sistema è misurato dalla grandezza entropia (S). Ma come, l’universo si espande ed è sempre più disordinato, quindi ha entropia maggiore, invece di andare verso stati più ordinati a minor contenuto entropico? Il secondo principio può anche avere il seguente enunciato:
Secondo principio della termodinamica – Il calore fluisce spontaneamente solo dai corpi caldi a quelli freddi, non viceversa (enunciato di Clausius)
In questo enunciato è importante la parola ‘spontaneamente‘: tutte le trasformazioni spontanee in natura dal punto di vista entropico (diverse sono le cose se considerassimo l’energia libera) procedono in modo da ridurre l’entropia del sistema. Dal punto di vista del calore, questo significa andare nella direzione del ‘freddo’…ovvero dove le molecole si muovono spontaneamente di meno. Il passaggio di calore dal corpo più caldo a quello più freddo provoca in realtà un aumento della temperatura del sistema, e quindi della velocità delle particelle, ma mi sembra significativo – nel contesto dell’analisi filosofica delle leggi scientifiche – il fatto che nessuna trasformazione spontanea, nessuna ‘creazione‘, possa avvenire sottraendo energia ad un sistema già freddo di suo per trasferirla ad un sistema più caldo. Tornando al nostro Demiurgo, completamente immobile per l’eternità, esso rappresenta il sistema ‘più freddo’ in assoluto, quello in cui nulla si muove. Esso crea il mondo a sua immagine, con atto spontaneo, quindi nel senso di far evolvere il mondo verso una situazione di bellezza ‘immobile’…stabile e comodo come asana…la pura contemplazione del Samadhi…la pura energia della Luce…Sarà un caso, ma se qualcuno di voi ha mai praticato meditazione sa che ci si copre con una coperta, perché il processo meditativo rende di fatto il corpo un sistema più freddo, in cui il normale ‘traffico’ metabolico rallenta e la temperatura diminuisce. La meditazione ‘estrae’ energia in forma di calore dal corpo per concentrarla nell’unico punto da cui tutto origina e a cui tutto torna…nell’immobilità perfetta e bellissima del puro Sè. Il Demiurgo riflette se stesso, potremmo dire.
Quando tale riflessione è totale e completa? La scienza moderna ci dice che in realtà tale obiettivo è un limite a cui ci si può solo avvicinare ma mai raggiungere in modo perfetto e puntuale. Prakriti, infatti, resta sempre e comunque distinta da Purusha, anche se ne è la sua diretta manifestazione sul piano naturale. Questo concetto è contenuto nel terzo principio della termodinamica:
Terzo principio della termodinamica – Ogni sostanza pura è caratterizzata da un valore positivo e non nullo dell’entropia. Tale valore tende a zero solo per temperature molto prossime allo zero assoluto (T = -273,15 °C = 0 K). A questa temperatura, la sostanza sarebbe un solido cristallino perfetto.
Dei solidi perfetti ne è piena la natura e guarda caso, come vedremo in futuro, essi hanno come reticoli base proprio quelli dei solidi platonici. Oggi, invece, ci interessa molto di più l’entropia e cosa succede sul piano energetico alle molecole man mano che la temperatura si abbassa. Sappiamo tutti che il vapor acqueo si trasforma in goccioline su un vetro freddo, e che l’acqua si trasforma in ghiaccio al di sotto degli 0°C. Tutte le sostanze pure sono caratterizzate da una temperatura di fusione e congelamento ben precise – i cosiddetti punti fissi – che non a caso vengono utilizzati dopo la purificazione per individuare di che sostanza si tratta. Man mano che la temperatura scende le particelle riducono progressivamente la velocità: diminuisce quindi la loro energia cinetica, che come detto prima è formata dalle tre componenti traslazionale, rotazionale e vibrazionale. Queste tre componenti non diminuiscono all’unisono in modo proporzionale: i primi a ridurre di intensità sono i moti di traslazione. Negli aeriformi e nei liquidi le molecole sono libere di muoversi in ogni direzione, mentre nei solidi sono bloccate in posizioni fisse, che nel caso dei solidi cristallini corrispondono a reticoli geometrici ben precisi. I solidi hanno un grado di ordine ben maggiore dei liquidi, che a loro volta sono più ordinati degli aeriformi. Nel reticolo sono però ancora presenti i moti di rotazione della particella attorno ai propri assi e di vibrazione di ciascun legame che la compone. Al punto di congelamento si annulla la componente traslazionale dell’energia cinetica. Scendendo ancor di più con la temperatura, il secondo tipo di moto a fermarsi del tutto è quello rotazionale: un po’ come se la Terra, a una certa temperatura non ruotasse più attorno al proprio asse, ma rimanesse lì immobile (come di fatto fa la Luna nei confronti della Terra). Le particelle sono bloccate sempre più strettamente nelle posizioni del reticolo, la componente rotazionale dell’energia si è anch’essa annullata, l’unico grado di libertà che è rimasto è quello vibrazionale. Gli atomi di cui sono composte le molecole sono legati tra loro da legami e possono vibrare uno rispetto all’altro, un po’ come il trampolino della piscina che è bloccato a un lato. Ancora una volta, più la temperatura si avvicina allo zero assoluto, più anche tale libertà di movimento tende ad arrestarsi completamente…abbiamo pressoché raggiunto la completa immobilità…in realtà le leggi della fisica ci dicono che questa rappresenta solo un limite teorico irraggiungibile nella pratica…così Prakriti si rispecchia in Purusha rimanendo distinta da esso. Michelangelo ha rappresentato in modo mirabile questo concetto nell’affresco della Cappela Sistina, attraverso il contatto sottile, solo vibrato, tra le punta delle dita Dio e Adamo …una debolissima vibrazione di fondo che fa da anello di congiunzione tra ciò che è diviso è ciò che è unito e rende ‘il due Uno’, che ci guida anche negli stati di meditazione profonda (dove per fortuna non ci si raffredda fino allo zero assoluto!…ma anche dove i movimenti percepiti del corpo, macroscopici e microscopici, cessano completamente di essere un oggetto di attenzione, si annullano completamente pur rimanendo a temperatura ambiente)…che ci porta a ricongiungerai con il vero Sè incausato, immobile, sempiterno e non identificato…….cielo generato unigenito, pura Luce, pura onda energetica, pura vibrazione…Om.
© Nisbacat – RIPRODUZIONE RISERVATA